Riserva Naturale e Oasi WWF Lago di Burano
Strada Litoranea, 35 – 58011 Capalbio Scalo (GR) – Tel. 0564.898829
e-mail: lagodiburano@wwf.it
Aperta dal 1° settembre al 1° maggio, la domenica e i festivi alle ore 10,00 e alle 14,30 (ora legale alle 15,00). Negli altri giorni le scuole, i gruppi (oltre le 15 persone), i fotografi e i birdwatchers possono prenotare presso la Riserva. Nei mesi di luglio e agosto è possibile visitare l’Oasi previa prenotazione lunedì mercoledì e sabato alle 17,30
Il percorso natura
La Riserva del Lago di Burano si è attrezzata di un sentiero-natura, che si snoda lungo il tombolo che divide il mare dal lago con 8 punti di osservazione, costituiti da sei capanni e due torri di avvistamento. Il percorso è stato il primo in Italia ad essere attrezzato per consentire la visita anche alle persone diversamente abili. Al Centro visite è possibile usufruire di una postazione 3D, fornirsi di materiale illustrativo, acquistare libri e gadget WWF. Possibile anche pernottare, se soci WWF. La ricerca scientifica riguarda attività di studio sulle specie
ornitiche, sulla fauna ittica, sugli anfibi, sulla vegetazione e sul miglioramento delle acque del lago. Studi specifici sono stati condotti anche sull’istrice, sulla biologia del riccio e sulle specie di coleotteri che vivono sulla duna.
Come arrivarci: Dalla SS1 Aurelia al Km 133 uscire per Marina di Capalbio, via di
Macchiatonda e poi immettersi nella via litoranea in direzione sud seguendo le indicazioni per l’Oasi.
In treno: Stazione di Capalbio Scalo, a 250 mt dal Centro visite.
La storia e l’ambiente
La storia di Burano è anche la storia dei primi passi del WWF in Italia; è stata la prima Oasi del Sistema e, quando fu deciso di affittarla nel lontano 1967, il WWF era appena nato, con 800 soci e la sede nello studio del suo fondatore Fulco Pratesi, che scoprì l’area nel 1965. I primi rapporti con la Società Sacra SpA, proprietaria dei terreni, sono ancora in corso e vengono rinnovati con scadenze pluriennali. Con D.M. del 1977, il Lago di Burano è stato classificato
Zona Umida di importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar; dal 1980 è diventata Riserva Naturale dello Stato e la sua gestione è affidata al WWF, che cura la sorveglianza e la fruizione naturalistica con guide specializzate. La riserva, situata nella Maremma meridionale tra Ansedonia e Chiarone nel comune di Capalbio, in provincia di Grosseto, si estende per circa 410 ettari, più altri 600 sottratti all’attività venatoria, grazie ad un accordo privato con la SACRA spa. Il lago è in realtà uno stagno costiero salmastro, relitto di un antico lago, oggi collegato con il mare attraverso un canale parzialmente artificiale, che
viene aperto secondo le esigenze di gestione; lo specchio d’acqua ha una superficie di circa 140 ettari ed una profondità media di 1 m. Il bacino è alimentato dalle acque dei tre maggiori canali di bonifica presenti nell’area compresa tra il Chiarone, Ansedonia e il lago artificiale di San Floriano. La Riserva raccoglie tutti gli ambienti naturali tipici della Maremma, a cominciare dal litorale, che si estende ancora integro per 12 chilometri con la vegetazione pioniera caratteristica della spiaggia sabbiosa; subito a ridosso s’innalza la duna (o tombolo),
ricoperta da una fascia a macchia mediterranea, che consolida il terreno e che ripara dal vento di mare il lembo residuo della foresta sempreverde mediterranea. La vegetazione palustre in gran parte a canneto circonda lo stagno retrodunale; a ponente del lago, dalle acque salmastre e la cui salinità varia sensibilmente a seconda delle stagioni, si estendono ampi prati temporaneamente allagati e, a ridosso della fascia palustre, estesi campi coltivati e pascoli, delimitati da canali di raccolta delle acque.
Flora e fauna
La scena è dominata, dall’autunno alla primavera, da numerose specie di uccelli acquatici; Burano infatti accoglie decine di migliaia di svernanti, di diverse specie, in particolare di Anatidi. Le anatre di superficie, quelle che non si immergono completamente, frequentano le acque più basse vicino ai canneti e sono tutte presenti: codoni, fischioni, mestoloni, alzavole, germani reali, che nidificano, e la marzaiola che trova a Burano un importante sito migratorio.
Le zone centrali del lago, dove l’acqua è più profonda, sono invece frequentate dalle anatre tuffatrici, come le morette e i moriglioni, ed anche da specie rare come il quattrocchi, lo smergo minore e l’orco marino, oltre agli svassi. La folaga è presente con circa 12.000 individui; comune è anche il cormorano.
Nelle stagioni fredde sono ospiti le oche selvatiche e le gru, che trovano riparo tra i chiari e cibo nei campi; numerosi anche i gabbiani e sterne, come il beccapesci e la sterna comune.
Nelle basse sponde fangose pescano l’airone cenerino e l’airone bianco maggiore, mentre nel folto del canneto si mimetizzano il tarabuso ed il più piccolo tarabusino, che giunge in primavera per nidificare. Sempre nel canneto, tra l’alta vegetazione palustre, vivono molti passeriformi come la cannaiola, il cannareccione, l’usignolo di fiume, il forapaglie castagnolo e il migliarino di palude; più in basso tra gli steli trovano riparo le gallinelle d’acqua, il porciglione, la schiribilla. In primavera sono molti i limicoli che frequentano gli strati di limo:
beccaccini, pettegole, chiurli, pittime reali e cavalieri d’Italia, da qualche anno nidificanti.
Tra i rapaci il più diffuso è il falco di palude, ma è possibile osservare anche il falco pescatore, il falco della regina, la poiana, il gheppio, lo sparviero, il lodolaio, il pellegrino, le aquile anatraie e altri ancora. Ricordiamo inoltre la spatola e il fenicottero che negli ultimi anni sono divenuti una presenza costante, ma solamente in occasione di livelli d’acqua medio-bassi. Nel mondo della macchia si riparano molti passeriformi come pettirossi, luì, passere scopaiole,
tordi, ecc.; alcuni come la sterpazzolina, la capinera e l’occhiocotto, nidificano tra gli arbusti.
Nei prati troviamo pavoncelle e pivieri dorati. Sul mare in inverno si possono osservare molti uccelli marini provenienti dal nord Europa, come le sule, le strolaghe, le berte, gli edredoni.
Nella macchia e tra le radure sabbiose della duna vivono istrice, tasso, coniglio selvatico, puzzola, riccio, faina, volpe, donnola, e, da qualche anno, anche capriolo, daino e cinghiale. Tra i rettili, frequenti sono la testuggine terrestre e quella palustre; non mancano anche vipere, biacchi, cervoni, saettoni e naturalmente lucertole e ramarri. Gli insetti sono presenti con due rarità ed endemismi, come il coleottero Ceratophius rossii e la farfalla notturna Lelia coenosa.
Importante anche la presenza del raro coleottero Eurynebria complanata, tipico della spiaggia.
Nel prato di fronte al Centro Visite si riproduce da alcuni anni la farfalla monarca africana, e più volte è stata segnalata la rara Lycaena thersamon.
Molto importante anche la fauna ittica, rappresentata soprattutto da cefalo, spigola, anguilla e dal raro nono, un piccolo pesce oramai scomparso da molte zone umide costiere.
Partendo dal mare, la vegetazione che ha colonizzato la spiaggia con piante pionere
comprende i profumati ravastrelli, gli spinosi eringi, i bellissimi gigli di mare, le soldanelle di mare, le santoline, la camomilla marina. Questa prima fascia ospita prevalentemente cespugli di ginepro, preludio alla macchia e al residuo di foresta mediterranea. La macchia è assai ricca e a tratti impenetrabile, ed è costituita da lentisco, mirto, alaterno, fillirea, erica e ginepro, qui presente con due sottospecie: il ginepro coccolone e il fenicio. Sulla sabbia fioriscono le romulee, che annunciano il ritorno della primavera. La foresta relitta è formata da grandi esemplari di leccio e da antiche e bellissime sughere, misti a roverelle e ad aceri trilobi.
Interessante la presenza del farnetto, per il quale Burano rappresenta il limite settentrionale di distribuzione. La vegetazione palustre è composta da un folto canneto a canna di palude insieme a spartina, giunco, carici e tamerice. In primavera, tra il falasco e l’euforbia fioriscono le orchidee palustri. La vegetazione sommersa è dominata da Ruppia cirrhosa e tra le alghe troviamo Lophosiphonia subadunca e l’alga rossa Ceramium codii.