Aperta sabato e domenica, visite guidate su prenotazione al 3208223972.
La storia
Bosco Rocconi è un esempio di come il WWF, grazie al sostegno di soci e donatori, è impegnato nella conservazione del patrimonio naturale. Il primo acquisto di 130 ha risale all’aprile del 1995, con fondi dell’Operazione “Beniamino”, una campagna per la tutela dei boschi naturali; successivamente una sottoscrizione di soci storici del WWF consentì di ampliare l’area di altri 4 ha di bosco in località “Le Querciolaie”; infine, all’inizio del 2009, grazie alla generosa donazione di una coppia di sposi, è stato possibile acquisire una ulteriore porzione di terreno (5 ha) in una delle zone più selvagge, sovrastante le “Strette dell’Albegna”.
Dal 1998 l’Oasi è parte della Riserva Naturale Provinciale di Rocconi, compresa nel SIC e ZPS “Monte Labbro e Alta valle dell’Albegna.
Ciò che caratterizza Bosco Rocconi è la sua natura aspra e selvaggia; alte pareti verticali e pinnacoli rocciosi sovrastano un bosco di latifoglie e due corsi d’acqua, l’Albegna e il Rigo, che confluiscono in un angolo soleggiato e suggestivo prima di imboccare uno spettacolare canyon lungo circa 700 m., frutto della millenaria opera di erosione del fiume.
Nelle pareti rocciose, costituite essenzialmente da calcari, si aprono numerose spaccature e grotte, di cui la più importante è il “Crepaccio Rocconi”. L’altitudine varia dai 270 ml ai 500 ml slm, e il clima è tipicamente mediterraneo.
L’insieme di microclimi presenti all’interno di Rocconi, dovuti alle repentine variazioni altimetriche, all’orientamento delle pareti rocciose, alla differente natura dei substrati geologici unitamente al fatto di trovarci nella fascia di transizione tra le piante sempreverdi e le caducifoglie, ha determinato una grande varietà vegetale che possiamo classificare in bosco sub-mediterraneo, lecceta e bosco ripariale.
Flora e Fauna
La lecceta vegeta sui suoli pietrosi e ben drenati, con esemplari anche plurisecolari aggrappati alle pareti calcaree. Il bosco sub-mediterraneo, governato per anni a ceduo, occupa circa la metà dell’Oasi ed è dominato dal cerro, in associazione con molte altre specie, quali l’orniello, il carpino, il sorbo e l’alloro. Nel sottobosco luminoso trovano spazio il prugnolo, il pero selvatico e il ginepro. Molto interessante è la presenza di alcuni faggi e aceri montani che, a causa del fenomeno di inversione termica, crescono nel più fresco fondovalle ad un’altezza di
circa 300 ml slm. La vegetazione ripariale è costituita da pioppi, salici e frassini, alberi dotati di apparati radicali adattati a resistere alle notevoli variazioni del regime idrico dell’Albegna.
A oltre 20 anni dall’ultimo taglio, si sta assistendo all’evoluzione del giovane bosco misto, destinato a ritornare un bosco maturo d’alto fusto. L’Oasi di Rocconi è uno dei siti selezionati insieme al Corpo Forestale dello Stato per il progetto CON.ECO.FOR., finalizzato al monitoraggio dello stato di salute delle foreste. Il suolo calcareo, sia nelle radure che nel bosco, permette lo sviluppo di circa 30 specie di orchidee, tra queste Orchis laxiflora e Hymantoglossum adriaticum.
Molto ricca la fauna, a cominciare dai rapaci, rappresentati da ben 8 specie nidificanti, tra i quali il raro falco lanario, simbolo dell’oasi, e il biancone, l’aquila dei serpenti. Di elevato interesse ornitologico anche il merlo acquaiolo, il passero solitario e il picchio muraiolo, che frequenta le pareti più verticali. Tra i mammiferi sono presenti anche la martora, la puzzola e il gatto selvatico.
Lungo il Sentiero natura non è insolito incontrare la testuggine di Hermann o i ramarri, ma anche il cervone e il saettone. Presenti anche il biacco, il colubro di Riccioli e la vipera. Tra gli anfibi, oltre al rospo e alle rana verde, sono presenti il tritone crestato, il tritone punteggiato e la rana dalmatina.
Durante le escursioni primaverili ed estive l’Oasi di Rocconi si arricchisce di mille colori delle tantissime farfalle presenti; tra queste ricordiamo la rara polissena, il cui bruco si alimenta esclusivamente di aristolochia, una pianta molto localizzata.
All’interno delle tantissime grotte vive una fauna troglobia veramente interessante, dai sempre più rari pipistrelli come il rinolofo euriale, a insetti endemici come Dolichopoda etrusca, un’ortottero cavernicolo depigmentato, caratterizzato da uno sviluppo abnorme delle zampe posteriori e soprattutto delle antenne. Nelle acque pulite e fredde dell’Albegna vivono il barbo, il vairone, la lasca ed il cavedano, ed è abbondante anche il granchio di fiume.
Come arrivare
Da sud, SS.1 Aurelia, uscita Manciano – Saturnia al Km 111 imboccare SP 105 e seguire le indicazioni per Roccalbegna, oppure uscire al Km 145,900 ed immettersi nella SP 68 Maremmana, seguendo le indicazioni per Manciano – Saturnia e poi Roccalbegna.
In tutti i casi si deve lasciare la SP 105 in Loc. Saloni (1km a sud di Roccalbegna) e seguire le indicazioni per l’Oasi
Da nord, superstrada Siena-Grosseto, uscire a Paganico e seguire le indicazioni per Arcidosso e poi per Roccalbegna. Per chi viene da Livorno uscita Grosseto Est in direzione Monte Amiata.